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Moderna, Pfizer, Fda e Cdc nel mirino per i vaccini Covid bivalenti: sarebbero inutili

Farmaci Redazione DottNet | 26/01/2023 19:08

Ma uno studio Usa conferma che i bivalenti offrono una buona protezione contro le nuove varianti Kraken e Orthrus

Come abbiamo anticipato nei giorni scorsi, secondo un'analisi pubblicata sul New England Journal of medicine i vaccini bivalenti non sono dissimili come efficacia dai monovalenti. Il Wall Street Journal a sua volta stronca, in un editoriale, i vaccini anti Covid criticando Moderna, Pfizer, la Fda (Food and Drug Administration), l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, e il Cdc ( Centers for Disease Control and Prevention), organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Usa. "Potreste aver sentito una pubblicità radiofonica - si legge - che avverte che se avete avuto il Covid, potreste contrarlo di nuovo e sperimentare sintomi ancora peggiori. Il messaggio, sponsorizzato dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, sostiene che i vaccini bivalenti aggiornati miglioreranno la vostra protezione. Si tratta di una pubblicità ingannevole".

L'editoriale, firmato da Allysia Finley, attacca Pfizer e Moderna, sottolineando che nei bivalenti ci sono diversi problemi scientifici, a cominciare dall’evidenza che il virus muta molto più velocemente dei vaccini. "L'idea di aggiornare i vaccini mRNA Covid a ogni stagione era inizialmente promettente - scrive Finley - Un vantaggio della tecnologia mRNA è che i produttori possono modificare la sequenza genetica e produrre rapidamente nuovi vaccini mirati a nuove varianti. Da qui i richiami bivalenti mirati alle varianti BA.4 e BA.5 Omicron insieme al ceppo originale di Wuhan. Ma sono sorti tre problemi scientifici. In primo luogo, il virus si evolve molto più velocemente di quanto i vaccini possano essere aggiornati. In secondo luogo, i vaccini hanno cablato il nostro sistema immunitario per rispondere al ceppo originale di Wuhan, quindi produciamo meno anticorpi che neutralizzano le varianti mirate dai vaccini aggiornati. In terzo luogo, gli anticorpi si esauriscono rapidamente dopo pochi mesi".

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Di qui la bocciatura in toto dei costanti richiami, i booster per intenderci. "I risultati degli studi contraddicono - si legge ancora nell'articolo - i comunicati stampa di novembre di Pfizer e Moderna, in cui si afferma che i loro bivalenti hanno prodotto una risposta alle varianti BA.4 e BA.5 da quattro a sei volte superiore a quella dei booster originali. Queste affermazioni sono fuorvianti. Nessuno dei due produttori di vaccini ha condotto uno studio randomizzato. Hanno testato i booster originali lo scorso inverno, molto prima dell'ondata di BA.5 e da quattro mesi e mezzo a sei mesi dopo che i partecipanti allo studio avevano ricevuto la terza iniezione. I bivalenti, invece, sono stati testati dopo che il BA.5 ha iniziato ad aumentare, da 9 mesi e mezzo a 11 mesi dopo che i partecipanti avevano ricevuto la terza iniezione".

Tuttavia secondo uno studio, coordinato dalla Ohio State University di Columbus e pubblicato su bioRxiv, le sottovarianti del Covid-19 Kraken (XBB.1.5), Orthrus (CH.1.1) e CA.3.1 hanno un'alta capacità di sfuggire alla risposta immunitaria ottenuta con tre dosi di vaccini a mRNA monovalenti, ma la somministrazione di un richiamo con il bivalente è in grado di ripristinare una buona protezione. La ricerca ha mostrato come la vaccinazione con tre dosi a mRNA mostrava "una drammatica riduzione nella capacità di neutralizzazione. Nel dettaglio l'efficacia del vaccino in termine di anticorpi neutralizzanti è 3,3 volte più bassa contro la sotto-variante XBB.1.5 rispetto a quella ottenuta contro BA.4/5; è invece 24,6 volte più bassa contro CH.1.1 e 24,6 volte più bassa contro CA.3.1. I livelli di anticorpi neutralizzanti, invece, tornano accettabili dopo la somministrazione del vaccino bivalente: tuttavia il confronto rispetto alla sotto-variante BA.4/5 di Omicron rimane negativo. Questa è però una differenza attesa, sottolinea lo studio, visto che uno dei ceppi contro cui è rivolto il vaccino bivalente è proprio il BA.4/5.  Lo studio, inoltre, suggerisce che la sottovariante Kraken potrebbe presentare, oltre a una capacità di eludere la risposta immunitaria, una maggiore infettività rispetto alle altre sottovarianti.

Intanto le nuove sottovarianti si diffondono anche in Italia: in Umbria sono stati isolati tre casi di Covid-19 dovuti a infezioni del sotto-lignaggio XBB.1.5 (la variante Kraken) e due casi dovuti al sotto-lignaggio CH.1.1 (la variante Orthrus). I casi di contagio dovuti alle sottovarianti sono risultati dal sequenziamento effettuato la settimana scorsa dal Laboratorio di riferimento regionale dell'Azienda ospedaliera di Perugia: sono stati ottenuti sabato 21 gennaio. "Si tratta di sotto-lignaggi che derivano dalla variante Omicron Ba.2 già diffusa in Usa e molti altri Paesi europei”, hanno spiegato i ricercatori. "I casi individuati appartengono sia ai distretti di USL Umbria 1 che di Usl Umbria 2”. “Dei soggetti con infezione da Kraken nessuno è ricoverato, uno non è vaccinato e due sono vaccinati con sole 3 dosi”, ha spiegato la Regione Umbria. “I due soggetti con Orthrus sono entrambi anziani, vaccinati con 3 o 4 dosi e uno dei due è ricoverato".

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